lunedì 18 agosto 2014

Addio, mio capitano

Ci sono persone, alcune strane persone, che seppure non abbiamo mai conosciuto personalmente, entrano a far parte della nostra vita tramite la loro arte, che si tratti di musica, cinema o scrittura o altro. La storia della nostra vita si srotola insieme ai film che abbiamo visto, i libri che abbiamo letto, le canzoni che abbiamo ascoltato. Molti momenti in cui ci siamo emozionati o abbiamo riflettuto profondamente su alcune questioni sono dentro di noi, insieme alle persone che ci hanno ispirati. Considero da sempre il cinema il più grande e sano antidepressivo naturale: vedere un film che mi coinvolge mi tira su il morale, mi tiene compagnia, mi fa sognare ad occhi aperti, mi alleggerisce il cuore… Per questo non riesco a farmelo andar giù…e vedo parecchi altri occhi tristi in giro…ho cercato di non scrivere niente per tutti questi giorni, pensavo è banale, ne parlano tutti, era una persona che in generale piaceva molto, sfondi una porta aperta ecc., ma forse voglio aggiungere non “qualcosa di diverso” poiché tutto sarà già stato detto, ma qualcosa di personale.
Per non aver pudore di quell’affetto amicale che quest’uomo mi ispirava, perché se anche non interessa a nessuno, interessa me, e mi rende triste. Normalmente considero (o cerco di considerare) la morte un fatto normale della vita, ma questa no. Non così, non con tutto quel dolore si dovrebbe lasciare la vita, men che meno di proposito… Tre mesi fa è stata la volta della Federica: si è tagliata le vene e poi si è buttata giù dal quarto piano. Non eravamo proprio amiche, ma la conoscevo ed avevamo parlato molte volte. Mi aveva ringraziata quando le avevo raccontato la mia esperienza di solitudine e sofferenza tanto simile alla sua, superata vittoriosamente, dopo lunghi ed estenuanti tentativi. Succederà così anche a te, le dicevo, vedrai! Lei sorrideva lievemente e non diceva nulla. E’ proprio vero che non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma in noi stessi. Mi fa venire in mente un’altra frase di Shakespeare che dice “I nostri dubbi sono traditori e ci fanno perdere il bene che potremmo ottenere, perché abbiamo paura di tentare”.

10 commenti:

Claudia �� ha detto...

Ciao Macy!!
Sai che anche a me la notizia della sua morte ha messo tanta tristezza,un attore di questo calibro che ci ha fatto ridere e commuovere con i suoi film che è entrato nelle nostre case lasciando grandi emozioni non viene considerato uno qualsiasi ma come un conoscente al quale ci si affeziona particolarmente per cui non si rimane indifferenti e poi immaginarlo sofferente,depresso infelice e solo nonostante fosse circondato da migliaia di persone che lo amavano!
non me ne capacito perché è l'opposto di quanto immaginavo,proprio vero che non è oro tutto quello che brilla...di sicuro il ricordo di lui per tutti noi rimarrà indelebile
Ti abbraccio socia,tanti baci e sorrisi :)))

Macy ha detto...

Claudia, è vero quello che dici, sembra incredibile che una persona così unica ed eccezionale, con un grande senso di umanità (come l'ha descritto chi lo conosceva personalmente) fosse così tanto sola da finire in quel modo.
Oggi mi è capitato di rivedere "Will Hunting - genio ribelle" con lui e Matt Damon: un'interpretazione meravigliosa! abbiamo perduto un pezzo da 90! Tanti baci anche a te, mia socia preferita!

wolfghost ha detto...

E' un argomento estremamente complesso. Personalmente credo che il suicidio sia l'ultima delle opzioni... ma è una opzione, e capisco che quando nulla funziona e non si trova più una ragione per lottare contro i nostri mostri, si possa decidere di farla finita. In realtà credo che quasi mai ciò avvenga; credo che resistere ancora, superando il momento terribile, ci porti a giorni in cui ci guardiamo indietro e ci diciamo "che cazz... che stavo per fare!". Ma "quasi mai" non è "mai", e purtroppo esistono le eccezioni. Chi si erge a dire che, a prescindere da tutto, senza nemmeno sapere cosa c'è dietro, chi lo fa sbaglia, e con lui tutti quelli che lo conoscono perché non sanno aiutarlo, è solo una persona che si esprime in modo superficiale, senza capire che non tutti siamo uguali, e che decidere di smettere di soffrire senza soluzione di continuità non è vita. Io credo che, leggendo quanto hai scritto, tu capisca cosa voglio dire...
www.wolfghost.com

TADS ha detto...

quando la vita diventa un peso insostenibile, un calvario, un "nightwood"... solidarietà e pacche sulle spalle creano più danni che sollievo, inutile anche l'aiuto di bravi professionisti. Alcool e droga possono arrivare a creare danni irreversibili, punti di non ritorno in cui vengono cronicizzate lacune esistenziali capaci di infettare anche la coscienza.

TADS

Macy ha detto...

Ciao Wolf, francamente non capisco se tu pensi di leggere una specie di condanna per il gesto in se stesso, ma se questa è la tua impressione non è esatta. Il mio tono è di condanna semmai per il destino, il karma che ha avuto lui e le persone che come lui commettono suicidio. E' un grido disperato come per dire "ma porca vacca, non poteva succedere qualcosa che gli faceva cambiare idea, prima che lo facesse??!" La questione è complicata lo so bene, in questo caso di più, perchè so e sono sicura, da tutte le interviste che ho letto (tante) che Robin era un uomo veramente eccezionale e realmente amato da tutti coloro che lo conoscevano personalmente, per questo è un peccato per il quale non mi do pace... Grazie Wolf, a presto!

Macy ha detto...

Ciao Tads, la parola che cerchi esattamente è "nightmare" (incubo) e sì, certo che quando soffrire e vivere diventano la stessa cosa, ciò che sembra anche persino logico è mettere fine allo scempio e riposarsi un pò da tutto quel dolore, sopratutto, come giustamente sottolinei tu, quando ci sono di mezzo sostanze che ti tolgono la speranza che un giorno possa cambiare il tuo vagare da una delusione all'altra. L'ultima ex moglie che gli aveva prosciugato il conto e la sospensione del suo "The crazy ones" (che si può vedere su sky) sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso della sua disperazione. Chissà se adesso almeno...un salutone e a presto!

Mr.Loto ha detto...

Gli artisti, proprio perchè hanno un animo più sottile e sensibile della media, spesso non ce la fanno a sopportare il peso della vita e, se ci fai caso, sono moltissimi quelli che, in un modo o nell'altro, non sopravvivono.Resta il fatto che, per come la vedo io,
il suicidio è un atto terribile...e no, le persone che circondano un potenziale suicida difficilmente possono fare qualcosa.
E'dispiaciuto molto anche a me per la morte di questo grande attore.

Un saluto.

wolfghost ha detto...

No, no, avevo capito :-) La seconda parte del mio commento era rivolto a ben altro tipo di persona, non temere ;-)
Robin Williams era certamente una persona di intelligenza straordinaria, purtroppo l'intelligenza può a volte giocare contro: si spacca sempre il capello in quattro, non si riesce a "lasciare andare", a "staccare", si vuol capire ciò che sarebbe meglio soprassedere. Non per niente è stato creato il termine "intelligenza emotiva", per contrapporla a quella logica che, da sola, può portare al disastro.
L'intelligenza... va controllata.

www.wolfghost.com

Macy ha detto...

Ciao Mr.Loto, sì è sicuramente vero ciò che dici, in effetti sono veramente tanti gli artisti finiti così, ora che mi ci fai pensare...se dunque essere particolarmente sensibili magari li ha aiutati a sviluppare le loro capacità artistiche e, quindi, a renderli famosi, da un altro lato li ha resi meno "resilienti". Che peccato! Un salutissimo!

annamaria ha detto...

Avevo perso questo bellissimo articolo su di un attore che stimo tanto anch'io. Sai me lo ricordo nelle sue prime apparizioni in tv nella veste di un extraterrestre che vive nella casa di lei, credo si chiamasse Molly, e si stabilisce in una pseudo soffitta alla quale accedeva da una scala retrattile nascosta nel soffitto del soggiorno. Un attore dotato di grande umanità e spirito, mai avrei pensato che soffrisse di depressione o che si drogasse; del resto se ci pensi chi sceglie stupefacenti lo fa per cercare altre sensazioni o per riuscire ad affrontarle, la gente di spettacolo spesso non è amata dalla sua famiglia assetata di denaro.
Un caro abbraccio
annamaria